Progetto Staveco, palestra e campi sportivi

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Il Masterplan per l’area Staveco, nuovo polo internazionale di eccellenza dell’Università di Bologna, assegna allo studio PERFORMA A+U la realizzazione di una palestra integrata ad attrezzature sportive all’aperto da destinarsi a un’utenza allargata all’intera comunità cittadina. L’offerta deve inoltre comprendere la realizzazione di un parcheggio interrato che risponda alle richieste di standard dell’intero comparto. 

Il progetto intende conferire al tema una dignità urbana, pur nella consapevolezza della contenuta dimensione del programma e delle attività connesse. La rilettura dell’originario giardino della Villa Pepoli, diventa pertanto l’occasione per definire un “percorso vita” che colleghi tematicamente, funzionalmente e percettivamente il complesso monumentale di San Michele in Bosco con la palestra, che ne viene a definire concretamente l’episodio conclusivo.

L’immagine del Campus universitario delle eccellenze, trova nel “green mineralizzato” delle attrezzature all’aperto un fattore di polarizzazione perfettamente aderente alle condizioni di vincolo invocate dalla Soprintendenza. La reiterazione seriale delle campate del manufatto da recuperare, prevalentemente orientate in senso nord/sud, risulta coerente al principi perseguiti dal progetto.

Il programma funzionale risulta internamente articolato nel rispetto della distinzione tra attività specialistiche ad elevato contenuto impiantistico ed attività di base a modesto contenuto tecnologico, che minimizzano l’impegno previsionale del progetto stesso. Tale premessa porta alla scelta conseguente di concentrare i primi, massimizzandone l’economia di scala, nella posizione meno vincolante al fine di poter garantire il grado massimo di libertà alle seconde.

Mente l’involucro esterno del complesso esistente non rivela particolari qualità architettoniche, l’interno, nella sua severa nudità, interpreta felicemente quel carattere di monumentale elementarità che il progetto intende perseguire. Da tale premessa deriva l’intenzione di proiettare all’esterno l’interno e di interpretare la matericità evidente della struttura come “muro abitato. Le due campate laterali esprimono così un principio di reciproca complementarietà nel condiviso orientamento nord/sud e nella confermata logica seriale. L’aula centrale, invertendo il proprio orientamento prevalente ed esasperando la texture superficiale in chiave antitettonica, dichiara la propria individualità.

Conformemente alle premesse, il maggior impegno progettuale viene riservato all’aula che contiene le attività di servizio e il meccanismo distributivo. Al fine di massimizzare il comportamento passivo della palestra, essa viene così interpretata come camino di ventilazione, promuovendo una pressione negativa delle masse d’aria circolanti nella palestra, ad un’altezza tale da non interferire con le attività in essa svolte.

In aggiunta, cio’ consente di illuminare zenitalmente con luce naturale i sottostanti servizi, spogliatoi e spazi distributivi, oltre a concentrare tutte le dorsali impiantistiche in un unico vano, facilitandone la manutenzione e i costi di installazione, attraverso un accesso dedicato dall’esterno in corrispondenza del porticato. Quest’ultimo, opportunamente orientato verso sud, permette di massimizzare l’irraggiamento solare durante la stagione invernale, evitando il surriscaldamento degli ambienti nel corso di quella estiva.