Usi temporanei
La crisi economico finanziaria che ha investito il mercato immobiliare a partire dal 2007 ha comportato un radicale ripensamento degli strumenti di gestione della trasformazione del territorio. In particolare il Piano, nelle sue diverse declinazioni temporali e scalari, si è rivelato del tutto inadeguato ad affrontare le condizioni eccezionali che la crisi stessa ha generato. Non si tratta tuttavia della semplice necessità di rivedere i valori socio-economici di cui ogni piano, in termini generali, è rappresentazione operante, ma di ripensare in profondità la struttura logica del Piano stesso e la sua ancora evidente “eredità” Moderna. Il Piano Urbanistico, nonostante il continuo processo di adattamento alle modificate “condizioni al contorno”, non ha mai messo in discussione le proprie “condizioni di validità”. Attraverso il cosiddetto Regime di Salvaguardia, che tutela le previsioni dello strumento di governo durante la relativa fase di revisione, ovvero nel delicato intervallo di “vacanza” che si istituisce tra l’adozione e l’approvazione di un strumento adeguato ai tempi nuovi, determina una seria quanto implicita ipoteca sul patrimonio immobiliare esistente. In particolare ci si riferisce a quegli immobili che, perduta l’originaria vocazione funzionale e il corrispondente ruolo urbano, legittimato dal piano prima e delegittimato dalla crisi poi, si potrebbero prestare ad una sperimentazione integrale, tanto nelle forme quanto nei comportamenti. L’incidenza quantitativa di questi ultimi, per effetto del perdurare della crisi stessa, fa emergere il problema in tutte le sue implicazioni. Edifici vacanti e aree in attesa di valorizzazione, che si presterebbero a diventare dei laboratori reali di sperimentazione di nuove pratiche, per immaginare modelli inediti di architettura della città, vengono in tal modo privati della possibilità di essere temporaneamente impiegati a tale scopo e, di fatto, esclusi da ogni forma di partecipazione attiva di soggetti emergenti, decisi a rivendicare un ruolo in tale processo di sperimentazione. A partire dal 2012 lo Studio Performa A+U si è pertanto sempre più impegnato sul tema degli usi temporanei, di cui ha riconosciuto lo straordinario potenziale, sviluppandone tutte le possibili implicazioni, attraverso esperienze di progetto, partecipazione a convegni e seminari, promozione di attività istituzionali ed editoriali. Questo profilo curriculare, ovviamente in progress, viene sinteticamente delineato nelle pagine che seguono, allo scopo di candidare lo Studio a supportare il cliente in una eventuale fase di autentica sperimentazione sulla materia urbana.