SFM “Prati di Caprara”

L’area d’intervento presenta un carattere discontinuo e residuale, derivante dalla compresenza di infrastrutture per la mobilità in una relazione di reciproca indifferenza. Il fascio dei binari la separa in due ambiti, condizionati a nord dal tracciato del sottopasso ferroviario e a sud dall’andamento della via del Chiù. Il progetto della nuova Stazione del SFM “Prati di Caprara” aspira a ricomporne, almeno in termini funzionali, l’unità perduta, per quanto la sua giacitura risenta delle fasce di rispetto stradale di attraversamento in trincea. Stanti le condizioni di vincolo e le previsioni di Piano, se ne deduce pertanto che l’ambito oggetto di concorso si qualifichi come “spazio del moto”, ovvero “non-luogo” di squilibrio programmatico, il cui compito atteso sia quello di modificare la percezione e i rapporti relativi tra “isole urbane” dotate di forte identità morfologico-funzionale presenti nelle immediate vicinanze, attivandone la riqualificazione, migliorandone la qualità urbana e l’attrattività complessiva in termini di soggetti e funzioni. L’analisi del contesto suggerisce un modello insediativo in grado di valorizzare al massimo le condizioni di “indifferenza localizzativa” esistenti, che derivano da logiche di puro attraversamento. La scelta di un attacco a terra a piastra continua, in tale prospettiva, presenta molteplici vantaggi. Oltre a evocare l’origine industriale delle aree oggetto di valutazione, essa consente infatti una elevata flessibilità d’uso in ragione della sua implicita modularità, in grado di integrare ampie superfici a parcheggio, richieste dalla stazione, con la necessità di servizi alla persona. In termini connettivi, la scelta consente di mediare la scala minuta degli edifici esistenti, di cui il bando prevede la conservazione, con l’elevata densità richiesta, creando spazi di mutua relazione. Se la piastra esprime il carattere di indeterminatezza programmatica proprio di uno “spazio del moto”, gli edifici a prevalente sviluppo verticale consentono, nella compattezza delle relative masse e nella varietà relativa delle sezioni, di ottenere la massima densità compatibile con le caratteristiche ambientali e paesaggistiche esistenti.