Il processo di rigenerazione del Parco del Dopolavoro Ferroviario, facente parte del patrimonio di Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A., è incominciato nel 2016/2017 con progetti di partecipazione, inserimento di nuove attività sportive e laboratoriali oltre che di ristorazione. Per quanto l’area sia molto vissuta dall’intera comunità urbana e animata da iniziative a elevata attrattività, risulta bisognosa di interventi di rifunzionalizzazione di reti e di servizi, nonché su edifici in parte vincolati, che versano in un pessimo stato di conservazione. Da qui la decisione di indire un bando pubblico di gara per l’affidamento del PFTE, utilizzando fondi del PNRR e del PNC. In tale prospettiva, il Parco del Dopolavoro Ferroviario è uno dei cinque interventi di grande rilevanza nel progetto della Via della Conoscenza, un'ambiziosa iniziativa urbanistica di rigenerazione del quadrante nord-ovest della città. In linea con gli obiettivi richiamati, il Progetto di Masterplan definisce la visione d’insieme legata all’intero parco, l’assetto dell’area e la logica complessiva degli interventi. Il primo stralcio individuato corrisponde al Lotto 1 “Asse Monumentale”. Esso comprende il restauro e la rifunzionalizzazione dell’arena Puccini come luogo per spettacoli e cinema all’aperto; il restauro della Fontana posta sull’asse monumentale con accesso da via Serlio; la riqualificazione degli spazi aperti e la realizzazione delle reti dei sottoservizi. I criteri fondanti della proposta derivano da un’attenta rilettura critica dell’impianto originario, risalente agli anni ’30 del secolo scorso, le cui tracce sono ancora evidenti e hanno guidato il processo di trasformazione avvenuto a partire dal secondo dopoguerra. Il progettista incaricato, infatti, si ispirò alla retorica messa in scena dei Fori Imperiali romani, identificando un percorso di attraversamento di “figure” urbane evocanti una immaginaria archeologia, culminante sull’arena per pubblici spettacoli. Questo principio viene attualizzato nello spirito albertiano della relazione analogica tra architettura e città. Tutti gli spazi, aperti e coperti, vengono pertanto assimilati ad ampie “stanze”, ognuna delle quali caratterizzate da una specifica vocazione e atmosfera. Gli ambiti di transizione assumono conseguentemente un valore particolare in quanto “soglie” che stimolano il sentirsi parte di una grande narrazione collettiva.